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Cenni di anatomia e fisiologia renale

I reni sono due organi posti nella parte posteriore dell’addome (la loro forma ricorda un grosso fagiolo), grandi come il pugno di una mano. La loro funzione è quella di eliminare le sostanze tossiche dall’organismo tramite l’urina che viene portata in vescica attraverso due condotti chiamati ureteri. Il rene svolge molte funzioni importanti per il nostro organismo. Le principali sono:

 

Eliminazione delle scorie metaboliche: i reni purificano il sangue dalle sostanze tossiche che il nostro organismo produce durante la sua attività normale. Le scorie sono il materiale derivante dal metabolismo, cioè i prodotti di scarto della degradazione degli alimenti. Queste sostanze vengono eliminate attraverso le urine e le feci. Quando il rene riduce la sua funzionalità, non riesce ad eliminarle tutte; ciò determina il loro accumulo nel sangue e i numerosi disturbi legati alla intossicazione del sangue e dei tessuti. I sintomi più evidenti di intossicazione sono: nausea, stanchezza, inappetenza, mal di testa, alitosi, formicolii e bruciori alle estremità degli arti.

Equilibrio dei liquidi: la mancata eliminazione dell’acqua porta a un aumento della pressione arteriosa, gonfiori alle gambe, fino ad avere diffi-coltà a respirare per l’ accumulo dell’ acqua nei polmoni;

Equilibrio degli elettroliti o sali: i reni regolano la qualità di alcune sostanze che introduciamo nel nostro corpo con l’alimentazione; esse prendono il nome di elettroliti: sodio, potassio, cloro, fosforo, calcio, magnesio, ecc; il rene cerca di fare il possibile per mantenere questi elementi nelle quantità giuste per un buon funzionamento dell’organismo.

Quando si riduce la funzionalità renale è difficile mantenere questo equilibrio; a questo punto,i disturbi più pericolosi che compaiono sono: pressione alta, mal di testa, crampi, dolori muscolari e disturbi del ritmo cardiaco.

Funzione ormonale: il rene produce principalmente due ormoni che sono l’eritropoietina che stimola la produzione dei globuli rossi e la renina che interviene nei meccanismi di regolazione della pressione arteriosa. L’eritropoietina aiuta a produrre i globuli rossi: quando i reni riducono la loro funzione non producono più questo ormone, provocando uno stato di anemia e stanchezza cronica. La renina regola la pressione arteriosa in diversi modi: ad esempio l’aumento della pressione, determinato dall’aumento della renina, frequente con i reni malati, può essere pericoloso anche per il cuore (infarto) ed il cervello (ictus). Il rene regola pure la vitamina D: questa non viene prodotta dal rene ma nel rene viene resa attiva, pronta a funzionare. Quando la vitamina D diminuisce nel nostro corpo, si riduce anche la quantità di calcio indispensabile per una buona mineralizzazione delle ossa che diventano fragili (osteoporosi, osteomalacia). La diminuzione del calcio nel sangue fa aumentare il Paratormone (l’ormone che regola il bilancio del calcio dell’organismo), che rimuove il calcio dalle ossa, rendendole più fragili; il calcio libero nel sangue rimane nelle arterie, contribuendo a peggiorare l’aterosclerosi.

Le Malattie renali più comuni

Molte sono le malattie che possono causare un danno renale e portare alla insufficienza Renale Cronica e sono classificate come: – Vascolari (Ipertensione) – Glomerulari (nefropatia diabetica) – Interstiziali – Congenite ed Ereditarie (Reni Policistici) – Lesioni renali secondarie a malattie delle vie urinarie, ereditarie o acquisite.

 

Una volta scoperto di avere un’insufficienza renale cronica sarà importante rivolgersi ad un nefrologo ed eseguire tutti gli esami prescritti dallo stesso. A un check-up iniziale, prescritto durante la prima visita ambulatoriale, seguiranno esami periodici di controllo, allo scopo di rallentare l’evoluzione dell’insufficienza renale cronica. Anche se possono sembrare molti, sono necessari per seguire al meglio questa fase della malattia. Nel corso di Malattie Renali croniche, per lungo tempo, il paziente non avvertirà alcun disturbo; solo alcuni esami di laboratorio possono evidenziare a che punto è il danno renale. Per questo è importante tenere sotto controllo la pressione arteriosa e il peso corporeo. Con il progredire dell’Insufficienza Renale, la pressione arteriosa tende ad aumentare per alterata produzione di sostanze che la regolano e per ritenzione di acqua e sale, che i reni non sono più in grado di eliminare normalmente; l’Ipertensione Arteriosa a sua volta aggrava il danno renale e induce lesioni cardiocircolatorie.

Il peso corporeo deve essere controllato ogni mattina. Questo dato è importante perché ci permette di verificare se sono adeguatamente eliminati attraverso le urine i liquidi introdotti giornalmente con la dieta. Se il peso aumenta rapidamente significa che i liquidi non vengono smaltiti in modo sufficiente e che si è accumulata “acqua in eccesso” nell’organismo a causa della diminuzione dell’eliminazione dell’urina; ciò comporta:

 

  • affaticamento del cuore,
  • difficoltà alla respirazione
  • aumento della pressione arteriosa
  • presenza di edemi agli arti inferiori o diffusi.

Gli edemi si evidenziano comprimendo con un dito il dorso della gamba contro la tibia: se c’è edema resta un avvallamento (fovea);

Riassumendo : – Attenzione agli aumenti di peso eccessivo: non è detto che si stia ingrassando!! Assumere troppi liquidi in presenza di IRC non è quindi sempre opportuno come talvolta si pensa.

Anche la pressione arteriosa va misurata tutti i giorni e la terapia farmacologica assunta sempre agli orari prescritti.

L’alimentazione in terapia conservativa

Nell’insufficienza renale cronica la dieta è importante quanto le medicine, è anch’essa una cura che, insieme all’assunzione puntuale dei farmaci prescritti, può aiutare ad allontanare il momento dell’entrata in dialisi. Quando è presente l’insufficienza renale, i reni lavorano appunto in maniera insufficiente poichè sono incapaci di eliminare tutte le scorie dell’alimentazione (soprattutto le proteine animali): il risultato è l’aumento dell’azotemia (prodotto di scarto delle proteine introdotte con l’alimentazione); quindi, è necessario ridurre le proteine della dieta (carne, pesce). Anche il fosforo (sostanza contenuta prevalentemente nei latticini) viene eliminato in maniera insufficiente e quindi aumenta nel sangue; questo non solo può far comparire un prurito intenso ma, col tempo, essendo il fosforo sempre in equilibrio con il calcio a garantire la buona mineralizzazione delle ossa, può provocare danni alle ossa e alle arterie.

Alcuni consigli

Non eccedere con il sale ed evitare i suoi sostituti (novosal, sale shon, ect). Non salare l’acqua per la bollitura dei cibi. Aggiungere il sale a fi- ne cottura. Il carattere insipido della dieta può essere migliorato utilizzando erbe aromatiche (basilico, prezzemolo, lauro, maggiorana, origano, salvia, rosmarino), aceto e in piccole quantità aglio, cipolla, sedano, succo di limone. Condimenti: privilegiare l’uso di olio di oliva extra vergine oppure scegliere olio di semi. Il potassio, altro sale non eliminato quando i reni funzionano poco, è presente in molti altri alimenti come frutta, verdure, crostacei, cioccolato e vino.

Rene e Diabete

Nel caso di presenza di diabete non basta assumere le medicine o l’insulina. IL MANCATO CONTROLLO DELLA MALATTIA DIABETICA (sbalzi della glicemia, infezioni, ipertensione) AGGRAVA LE CONDIZIONI DEI RENI. Visite diabetologiche regolari e colloqui con un dietista possono aiutare a seguire la dieta in base alle proprie esigenze ed ai risultati degli esami. Nel caso di presenza di diabete diventa ancora più importante controllare la pressione del sangue: valori troppo elevati o sbalzi pressori comportano danni a volte irreversibili, soprattutto in soggetti che hanno i reni già malati.

Assunzione di farmaci

E’ opportuno assumere i farmaci che vengono prescritti e, in caso di nuovi farmaci, sentire sempre il parere del nefrologo: numerose medicine di uso corrente possono peggiorare la funzionalità renale.

Terapia chelante

Il paziente con Insufficienza Renale Cronica è sottoposto a terapia chelante per tenere sotto controllo il Fosforo, il Potassio e il Calcio. Fino a quando la terapia è conservativa il loro corretto controllo è importante per non manifestare i sintomi causati da ipocalcemia, iperfosforemia e iperpotassiemia (prurito, crampi, disturbi muscolari e problemi del disturbo del ritmo cardiaco). Il calcio e il fosforo sono i principali responsabili dei danni alle ossa e in parte delle arterie; pertanto, l’obiettivo più importante della terapia farmacologia è quello di eliminare il fosforo in eccesso quando ancora esso si trova nel canale alimentare, impedendone l’assorbimento. I farmaci chelanti vanno assunti prima o durante il pasto, mai a digiuno, perché in assenza di alimenti, non avrebbero nulla a cui legarsi. Riassumendo i livelli del fosforo, calcio, potassio per ridurre il rischio di complicazioni cardiovascolari vanno controllati seguendo la dieta, prendendo i chelanti prescritti dal medico e facendo attività fisica Una volta scopert(andare in bicicletta, lunghe passeggiate o fare la spesa a piedi).

Iperpotassiemia

Una iperpotassiemia si riconosce da: stanchezza, crampi muscolari, stipsi. In condizioni di iperpotassiemia potrebbero venirti prescritti delle resine (come il KAYEXALATE). Queste hanno il compito di assorbire il potassio nell’intestino. Fino a quando non si è in trattamento dialitico e non è possibile la sua rimozione si raccomanda quindi, di seguire scrupolosamente la dieta per limitare l’introito di potassio. La terapia deve essere indicata dal medico sulla base del contenuto in potassio degli alimenti consumati e sui livelli ematochimici di ogni paziente.

ATTENZIONE: UN AUMENTO ECCESSIVO DEL POTASSIO NEL SANGUE PUO’ DETERMINARE GRAVI DISTURBI DEL RITMO CARDIACO (EXSTRASISTOLE), FINO ALL’ARRESTO CARDIACO). Tutti gli alimenti, in particolare la frutta e la verdura, contengono potassio, ma ricchissime ne sono tutta la frutta secca ed essiccata, i legumi sia freschi che secchi, olive nere, broccoli, cavolfi ore, funghi, banane albicocche, avocado, banana, cocco, kiwi, melone. La bollitura degli alimenti in due acque, ci consente di eliminare quote elevate sia di fosforo sia di potassio quindi si consiglia di cuocere le verdura per esempio spinaci, carciofi, barbabietole, porro e patate in abbondanti quantità d’acqua, di scolarla bene e di ripetere l’operazione anche una seconda volta.

Iperfosforemia

Nelle fasi più avanzate dell’insufficienza renale cronica, è importante anche contenere l’accumulo di fosforo, riducendone l’apporto con la dieta. Il sintomo principale dell’iperfosforemia è caratterizzato da un prurito intenso ma, col tempo, essendo come già detto il fosforo sempre in equilibrio con il calcio per garantire la buona mineralizzazione delle ossa, elevati livelli dello stesso possono determinare alterazioni ossee e danni alle arterie. Dov’è contenuto il fosforo? In tutti i cibi che contengono proteine, ma gli alimenti più ricchi in fosforo sono i legumi secchi, i formaggi, il cioccolato, la frutta secca. Hanno un notevole contenuto di fosforo alcune carni (tacchino, cavallo), alcuni tipi di pesce come il salmone, e i crostacei in genere. Il tuorlo dell’uovo è molto ricco in fosforo. Hanno un alto contenuto in fosforo anche alcune bevande come la Coca Cola. Ricordiamo che gli alimenti conservati (cibi in scatola, formaggio in fette o formaggini, insaccati) contengono come sostanza conservante proprio il fosforo come polifosfato.

L'emodialisi

Quando i reni non sono più in grado da soli di garantire l’eliminazione delle scorie dell’organismo e dei liquidi in eccesso è necessario iniziare il trattamento emodialitico.

L’Insufficienza Renale Cronica allo stato terminale è purtroppo una condizione clinica irreversibile e il paziente dovrà essere sottoposto al trattamento emodialitico per tutta la vita, benchè, dove le condizioni generali lo consentano, il paziente potrà essere inserito in una lista di attesa per trapianto di rene.

Come funziona l’emodialisi?

Nell’emodialisi viene usata una macchina (rene artificiale) che depura il sangue dalle sostanze tossiche ed elimina nel contempo i liquidi in eccesso; perchè questo abbia luogo è necessario prelevare il sangue del paziente per filtrarlo nel rene artificiale e restituirlo quindi depurato al paziente: occorre un cosiddetto accesso vascolare che può essere una fistola artero-venosa o un catetere venoso centrale.

La dialisi è dolorosa?

La dialisi non è dolorosa eccetto un leggero fastidio al momento dell’inserimento degli aghi nella fistola, ma il trattamento non comporta in genere alcuna sofferenza. L’evoluzione tecnologica di tali apparecchiature, con i numerosi e sofisticati sistemi di autoregolazione in funzione dei parametri vitali del paziente, è ormai tale da riuscire a garantire un sereno svolgimento della gran parte delle sedute emodialitiche.

E’ pertanto una terapia indolore che consente durante la seduta di trattamento (che dura in genere da tre a quattro ore) di leggere, di guardare la TV, di parlare, di mangiare.

Influenza sullo stile di vita

L’inizio della dialisi coincide in genere con un periodo di maggiore benessere, perché risolve e corregge lo stato di intossicazione cronica e le alterazioni che caratterizzano la fase terminale dell’insufficienza renale. Naturalmente bisognerà abituarsi, insieme alla propria famiglia, alle nuove abitudini connesse ai ritmi della dialisi.
Sarà possibile anche viaggiare organizzando anche delle vacanze fuori ove lo si desideri, poiché essendo il trattamento emodialitico ormai standardizzato sia in Italia che all’estero, basterà che i medici del proprio Centro prendano contatto con un Centro della località dove ci si vuole recare fornendo i parametri del trattamento del paziente.

Come varia l’alimentazione in dialisi?

In linea generale si può mangiare liberamente, senza le restrizioni alimentari che si avevano con la terapia conservativa (eccetto esigenze cliniche particolari come ad es. nei pazienti diabetici), senza però eccedere con l’introduzione di liquidi e di alimenti che contengono potassio.